Apprendere con le emozioni!

L’apprendimento non è caratterizzato esclusivamente da “intelligenza” e razionalità. Inoltre, in alcuni contesti, gli  strumenti didattici tradizionali non sono più criteri sufficienti. Via via che i laboratori proseguono, costruendo simboli, metafore ed immagini, ci rendiamo conto di quanto scendiamo in profondità per affrontare temi molto complessi e difficili da “argomentare”… Sono davvero comprensibili le ragioni di un conflitto come la Grande Guerra? Le atrocità? Le contraddizioni? Come si possono “spiegare” queste cose prendendo le distanze da una didattica dalle brevi nozioni?

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All’opera!

Prosegue -con entusiasmo- la realizzazione del video presso il Ricreatorio G. Penso…

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e presso la SE Edilmaster…

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A breve invece la presentazione e la prima del video “La Tregua”, realizzato dai ragazzi e dalle ragazze delle classe III A della Scuola media di Prosecco! (sotto alcuni frame tratti dal video)

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Com’è triste cadere in battaglia. In tutte le guerre.

Impossibilitato a adempiere a questo arduo compito per il nostro paese
Frecce e pallottole esaurite, tristi siamo caduti.

Kuribayashi Tadamichi – “Com’è triste cadere in battaglia. Rapporto di guerra.”, Einaudi

In viaggio nel tempo. “La guerra” di ieri e le analogie con il presente (e passato recente).

Lo storyboard tratteggia un flusso di coscienza sospeso nel tempo… riflessioni, testimonianze e memorie -di diverse epoche- attraversano la landa carsica, la giungla indocinese, un villaggio del Kosovo e il deserto che circonda Bagdad…

Una volta lette le testimonianze qui di seguito trascritte siete in grado di contestualizzarle storicamente?

«La trincea era riempita di sangue, di viscere e di pezzi di corpo. Aveva la consistenza di uno stufato di bue denso. Sguazzavo aprendomi un varco attraverso quest’orrore nauseabondo in direzione di un punto luminoso  lontano. Attorno al fosso donne e bambini mi guardavano. Questa gente aveva parti del viso, del corpo, delle membra che erano scomparse. Una madre teneva il suo bambino, tutti e due avevano fori di pallottole sul viso. Benché parlavano una lingua strana, sapevo che urlavano che ero io, in certo modo, il responsabile del loro stato e della loro morte.» 

«Il cuore sanguina e sembra s’indurisca. Le privazioni, le offese, la rudezza del campo rende meccanicamente apatici: la morte non fa paura, fa paura l’apparente dimenticanza nel darci cibo…» 

«Cominciano le giornate calde. E comincia la sofferenza per il puzzo che esalano i cadaveri. non sepolti di cui è disseminato il terreno. Il generale con una mentalità che non merita di esser qualificata, di fronte ai soldati, grida: superate i reticolati, facendo materassi di cadaveri!”» 

«Le mie convinzioni, su questa guerra, iniziarono a vacillare. Ci stavamo riposando, io ero stremato, stavo cercando di scaricare tutta l’adrenalina accumulata la notte precedente. Mi guardai allo specchio. Avevo il volto completamente sporco di sabbia, il sudore che mi colava dalla fronte e le mani impastate di sangue: ero un mostro, ero un demone e lo sarei stato per sempre» 

«Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio.» 

«I cecchini dalla montagna vedono tutto. Guardano tutto. Quando il razzo o la granata arriva nella strada dove si abita l’artigliere sta cercando proprio te. Ogni giorno una sfida corale, il contenimento del dolore, l’esibizione della normalità contro l’orrore. Luce contro buio.» 

«In nessuna terra trovo conforto. Vorrei godere di una nuova vita, trovare un paese innocente…» 

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Tutti sulla stessa barca

La classe seconda della S.E. Edilmaster inizia un nuovo modulo di laboratorio.

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L’interculturalità è un punto di forza di questa scuola; essa ci permette approfondire un argomento attraverso innumerevoli punti di vista. Dobbiamo quindi abbandonare definitivamente la concezione eurocentrica (etnocentrica) della storia e confrontarci con alcune questioni che sfuggono ai sussidiari, ai libri scolastici e alla divulgazione mainstream...

Alcuni ragazzi sanno meglio di noi cosa significa scampare una guerra.

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Per alcuni, la guerra, è il motivo di essere qui oggi in Italia.

Ecco che si parla, in classe,  di… Bangladesh, Kosovo… ex Yugoslavia…

Emerge qualche ricordo personale… noi -formatori- dobbiamo correre ai ripari su Google…

“Ero un bambino e mia mamma mi sgridava perchè andavo incontro ai soldati”

“Perchè non realizziamo un video intrecciando testimonianze di ieri e di oggi? Per vedere quale guerra è stata la peggiore, la più “cattiva”…

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La Ferita della Terra

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“La guerra riguarda tutti noi.”

“La guerra oggi esiste, ma è lontana dai noi…”

“Alcuni dei nostri nonni l’hanno vissuta in prima persona. ”

“Noi tutti siamo dei sopravvisuti.”

“La guerra può essere fuori o dentro di noi.”

“Un conflitto è sempre una questione interiore. ”

Può una banale disputa tra due contadini provocare una ferita nella terra, tale da far sprofondare l’intera umanità negli abissi di una guerra?

Questa volta la traccia narrativa affronta il conflitto nella sua dimensione più “universale” e filosofica…

“Questa crepa può venir sanata solamente da chi l’ha creata”

Tra la lucidità e la follia c’è solo una sottile linea rossa – R. Kipling

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Un progetto… itinerante

Recentemente hanno aderito al progetto anche il Ricreatorio G. Penso di Muggia e l’Arci Servizio Civile. Quest’ultimo accoglierà nel mese di giugno, presso il Polo di Aggregazione Giovanile Toti, due moduli laboratoriali dedicati a due classi estive formate dai giovani volontari del Servizio Civile!!!

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Piano, piano… a “passo-uno”! … ধাপে ধাপে … “me një hap”!

Siamo arrivati alla fase conclusiva del percorso: animazione, riprese e registrazione dei dialoghi. L’equipe di lavoro è internazionale; comunichiamo attraverso gesti ed improvvisate traduzioni simultanee…  e sopratutto grazie alle immagini dello storyboard… Nonostante la confusione, il brusio e il momentaneo smarrimento… la pazienza e la cura  (elementi fondamentali per la tecnica si animazione in fase) trovano ampio spazio nel gruppo…

Passo dopo passo scattiamo tutti i fotogrammi necessari alla realizzazione del video… e c’è chi entra talmente nella parte da prestare -magistralmente- la voce alla narrazione audiovisiva…

A brevissimo alcune anteprime del video…

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