Rivedersi, al cinema

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“Rivedersi” al cinema; per rileggere -con senso critico- ciò che abbiamo fatto ed imparato insieme. La scuola dovrebbe essere sempre così; una grande comunità di apprendimento. Concluse le proiezioni, applausi e soddisfazione per i ragazzi della S. E. Edilmaster di Trieste!

Ci  rivedremo in autunno, in occasione dell’evento conclusivo del progetto…

Un ringraziamento speciale a tutti gli insegnanti e ai responsabili della scuola!!

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Lavoratori soldati

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Si chiudono, con questo appuntamento, i due moduli laboratoriali alla S.E.Edilmaster di Trieste. Durante l’attività abbiamo approfondito  il delicato percorso esistenziale di uomini e contadini furono gettati nel pantano del primo grande conflitto. Altresì abbiamo visto, attraverso la mostra “Europa in Guerra – Tracce del Secolo Breve”, quando la “cultura della crescita” fordista abbia posto le basi di un nuovo “genere” di conflitto: la guerra moderna, la guerra totale. Una guerra totale sotto tutti i punti di vista; geografico, sociale e produttivo. Un terreno di prova per le nuove armi e per i nuovi prodotti (in serie) provenienti dalla “catena di montaggio”. Il soldato diviene quindi l’ingranaggio più piccolo di un “conflitto” eletto a sistema economico-sociale che coinvolge tutti: intellettuali, operai, civili, donne e bambini. Gli albori del tempo che viviamo noi oggi…

Ascoltate o popolo italiano
che della guerra notizia vi dò
e tutti quanti attenzione prestate
che tutti quanti pianger vi fo

La stampa venduta
Di tante menzogne
Ha pieni i suoi fogli
Vi han fatto abbagliar

Di mille fandonie
v’han piena la testa
per meglio portarvi
supini a morir.

Ai vecchi confini
voi tutti correste
gridando a gran voce
vai fuori o stranier.

Ma il vero nemico
dei vostri interessi
con riso satanico
in cuore gioì.

E ancora una volta
le maglie stringeva
di quella catena
che servi vi fa

Il vero nemico
del vostro avvenire
un solo è davvero
il gran capital.

Don din don
Al rombo
Del canon.

Lavoratori soldati – di P. Pizzuto e P. Pietrobelli  – 1917

All’opera!

Prosegue -con entusiasmo- la realizzazione del video presso il Ricreatorio G. Penso…

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e presso la SE Edilmaster…

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A breve invece la presentazione e la prima del video “La Tregua”, realizzato dai ragazzi e dalle ragazze delle classe III A della Scuola media di Prosecco! (sotto alcuni frame tratti dal video)

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Com’è triste cadere in battaglia. In tutte le guerre.

Impossibilitato a adempiere a questo arduo compito per il nostro paese
Frecce e pallottole esaurite, tristi siamo caduti.

Kuribayashi Tadamichi – “Com’è triste cadere in battaglia. Rapporto di guerra.”, Einaudi

In viaggio nel tempo. “La guerra” di ieri e le analogie con il presente (e passato recente).

Lo storyboard tratteggia un flusso di coscienza sospeso nel tempo… riflessioni, testimonianze e memorie -di diverse epoche- attraversano la landa carsica, la giungla indocinese, un villaggio del Kosovo e il deserto che circonda Bagdad…

Una volta lette le testimonianze qui di seguito trascritte siete in grado di contestualizzarle storicamente?

«La trincea era riempita di sangue, di viscere e di pezzi di corpo. Aveva la consistenza di uno stufato di bue denso. Sguazzavo aprendomi un varco attraverso quest’orrore nauseabondo in direzione di un punto luminoso  lontano. Attorno al fosso donne e bambini mi guardavano. Questa gente aveva parti del viso, del corpo, delle membra che erano scomparse. Una madre teneva il suo bambino, tutti e due avevano fori di pallottole sul viso. Benché parlavano una lingua strana, sapevo che urlavano che ero io, in certo modo, il responsabile del loro stato e della loro morte.» 

«Il cuore sanguina e sembra s’indurisca. Le privazioni, le offese, la rudezza del campo rende meccanicamente apatici: la morte non fa paura, fa paura l’apparente dimenticanza nel darci cibo…» 

«Cominciano le giornate calde. E comincia la sofferenza per il puzzo che esalano i cadaveri. non sepolti di cui è disseminato il terreno. Il generale con una mentalità che non merita di esser qualificata, di fronte ai soldati, grida: superate i reticolati, facendo materassi di cadaveri!”» 

«Le mie convinzioni, su questa guerra, iniziarono a vacillare. Ci stavamo riposando, io ero stremato, stavo cercando di scaricare tutta l’adrenalina accumulata la notte precedente. Mi guardai allo specchio. Avevo il volto completamente sporco di sabbia, il sudore che mi colava dalla fronte e le mani impastate di sangue: ero un mostro, ero un demone e lo sarei stato per sempre» 

«Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio.» 

«I cecchini dalla montagna vedono tutto. Guardano tutto. Quando il razzo o la granata arriva nella strada dove si abita l’artigliere sta cercando proprio te. Ogni giorno una sfida corale, il contenimento del dolore, l’esibizione della normalità contro l’orrore. Luce contro buio.» 

«In nessuna terra trovo conforto. Vorrei godere di una nuova vita, trovare un paese innocente…» 

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Tutti sulla stessa barca

La classe seconda della S.E. Edilmaster inizia un nuovo modulo di laboratorio.

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L’interculturalità è un punto di forza di questa scuola; essa ci permette approfondire un argomento attraverso innumerevoli punti di vista. Dobbiamo quindi abbandonare definitivamente la concezione eurocentrica (etnocentrica) della storia e confrontarci con alcune questioni che sfuggono ai sussidiari, ai libri scolastici e alla divulgazione mainstream...

Alcuni ragazzi sanno meglio di noi cosa significa scampare una guerra.

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Per alcuni, la guerra, è il motivo di essere qui oggi in Italia.

Ecco che si parla, in classe,  di… Bangladesh, Kosovo… ex Yugoslavia…

Emerge qualche ricordo personale… noi -formatori- dobbiamo correre ai ripari su Google…

“Ero un bambino e mia mamma mi sgridava perchè andavo incontro ai soldati”

“Perchè non realizziamo un video intrecciando testimonianze di ieri e di oggi? Per vedere quale guerra è stata la peggiore, la più “cattiva”…

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