Presentazione del video “I tentacoli della guerra”

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Lunedì 12 ottobre, alle 17.30 – Ricreatorio “F.Penso” di Muggia

Presentazione del video “I tentacoli della guerra” realizzato, presso il ricreatorio”F. Penso”, da alcuni ragazzi e ragazze delle classi IA, IB e IIB della scuola secondaria di primo grado “Nazario Sauro” di Muggia. Nel corso del pomeriggio verrà nuovamente proiettato il video “Uomo del mio tempo”.

SINOSSI

– I tentacoli della guerra

La guerra moderna portò con sè lo spettro delle prime armi di distruzione di massa; armamenti chimici a base di sostanze gassose come il fosgene e l’yprite permettevano di uccidere, indiscriminatamente, fino a duemila uomini nell’arco di ventiquattro ore. Il video rappresenta, attraverso un impianto visivo denso di simboli e metafore, la subdola e tentacolare proliferazione di queste armi «non-convenzionali» nel corso della Grande Guerra. «Questa volta la morte si nasconde nell’aria» è la frase che appare all’inizio del video e che accompagna lo spettatore dentro questo complesso argomento, purtroppo, ancora di scottante attualità…

– Uomo del mio tempo

«Uomo del Mio Tempo» è il titolo di una poesia di Salvatore Quasimodo, scritta nel 1946. Sul filo del componimento, il video pone lo sguardo sulle ragioni interiori e filosofiche di un conflitto. Due contadini si contendono il possesso di pochi metri quadrati di terreno e, ben presto, il confine che divide le rispettive proprietà si trasforma in un vero e proprio fronte bellico. Può una banale e piccola disputa accendere il fuoco di una guerra di proporzioni gigantesche? Perché l’uomo, da sempre, non riesce a trattenersi dalla violenza?

Concluse le riprese di “Pensieri di carta”

E’ venuto il prete, ci ha detto: “Ragazzi, vi do la benedizione papale, perchè fra qualche minuto qualcuno di voi non sarà più vivo”. Dieci minuti dopo scendevano già le barelle dei morti e dei feriti, e noi, sempre avanti, sempre su contro i plotoni dei tedeschi sempre affiancati… 

Pietro Balsamo (contadino di Margarita, classe 1894)

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 A noi non interessava la guerra, a noi non conveniva. Interessava a qualcuno per farsi i soldi, ma non a noi, “Andiamo là a perdere tempo e ancora a farci ammazzare”, ecco cosa ci dicevamo.

Giuseppe Daniele (contadino di Cherasco, classe 1887)

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Leggere la città

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Una domenica diversa. Un viaggio nella nostra città… alla scoperta delle tracce monumentali che permeano i nostri parchi e le nostre strade. Massicce epigrafi erose dal tempo, ritagli di giornale, fotografie, libri “arrugginiti”: la memoria si traduce, a seconda delle epoche,  in diverse forme e simboli… Se impariamo a cogliere il valore semantico di questi “segni” possiamo comprendere -in parte- la complessa evoluzione delle identità di questi territori.

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Guernica – Pablo Picasso

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Naglfar – Anselm Kiefer

Ultimi aggiornamenti…

Vi anticipiamo che il video “I tentacoli della guerra” verrà presentato il 12 ottobre 2015 presso il  Ricreatorio “F. Penso” di Muggia (TS), mentre l’ultimo modulo “intensivo” del laboratorio avrà come sede operativa (oltre ai siti monumentali previsti dalle uscite) la sala polifunzionale del bar “Il Posto delle Fragole” – Parco Culturale di San Giovanni.

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In quest’ultima “puntata” affronteremo il tema della memoria storica attraverso il filtro dell’arte contemporanea… nello specifico analizzando alcune opere di Anselm Kiefer (vedi qui).

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Quindicimilaseicento fotografie

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Gli ultimi due video, “Tentacoli di guerra” e “Shellshock” sono attualmente in fase di post-produzione.

Inoltre, a breve, vi comunicheremo dove e quando verrà organizzato l’evento conclusivo di “Scampare la Guerra”. Stiamo infatti progettando una soluzione espositiva originale ed innovativa per valorizzare al meglio i materiali audiovisivi realizzati lungo il percorso. Un percorso fatto di quincimilaseicento fotografie che ha coinvolto circa un centinaio di ragazzi e ragazze delle scuole secondarie della provincia di Trieste. Sedicimilaseicento fotografie organizzate in fase, venticinque al secondo per l’esattezza, per permettere ai nostri occhi di percepire l’illusione del movimento. Un percorso fatto di centocinquanta sagome di carta, un materiale leggero e povero, in grado però di “dare peso” alle riflessioni dei ragazzi e delle ragazze…

A presto!

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Concluse le riprese di “ShellShock”!

Si sono concluse, questa mattina, le riprese del video “ShellShock”. Per le ragazze è stato molto interessante trattare gli effetti della guerra sulla salute psichica; ed ancora una volta il medium del cinema d’animazione ci ha permesso di “amalgamare” documenti d’epoca e costruzioni narrative. Il risultato? Una serie di video-riflessioni che rappresentano le tante sfaccettature della Grande Guerra…

Qui un link interessante all’articolo “Animation as a learnig tool”, il cinema d’animazione come strumento di apprendimento.

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ShellShock

“ShellShock” è il termine utilizzato dagli inglesi, per la prima volta nel 1915, per indicare i traumi neuropsichiatrici che colpirono frequentemente i soldati impiegati al fronte.

Lucio Fabi sulla “follia al fronte”:

La trincea impose prove durissime, che non tutti riuscivano a superare. Il termine «matto di guerra» circolò e si diffuse per la prima volta nella Grande Guerra, per designare le centinaia di migliaia di militari colpiti da neuropatie prodotte direttamente dal conflitto, che affollarono per svariati decenni i manicomi di tutto il mondo.

L’esercito italiano aveva creato dei veri e propri presidi psichiatrici nelle retrovie del fronte, a cui spettava riconoscere la malattia mentale dei soldati che asserivano di esserne affetti. Non sempre i medici militari riconoscevano le isterie e le nevropatie prodotte dalla paura del bombardamento e del combattimento, e mandavano i soldati colpiti da questi mali ai tribunali militari, che comminavano diversi anni di carcere per “simulazione” o “renitenza”. I militari riconosciuti malati di mente venivano ricoverati nei diversi manicomi italiani, qui a Trieste abbiamo l’esempio dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di San Giovanni,  dove venivano curati con docce fredde, scariche elettriche, ma soprattutto con la detenzione e la segregazione. In questi casi, la fuga dalla guerra era anche una fuga dalla vita e dalla famiglia.

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Il capitano medico Lorenzo Gualino, direttore dell’ospedale psichiatrico del 39° ospedale da campo, nel 1918 riporta il caso di un soldato colto da confusione mentale allucinatoria mentre era di vedetta

Anche il tono energico delle domande rivoltegli non lo scuote dal suo sogno ed egli tratto tratto scatta a mettersi in agguato con dei sussurrati chi va là, mentre continua per ore intere a scrutare oltre le sbarre del letto riportando con un lapis su dei brani di carta le sue pseudo osservazioni di trincee, di reticolati, di camminamenti… Con un ritaglio di carta s’è acconciata una feritoia con relativa chiudenda e vi balza a porvi l’orecchio o ad affacciarvi l’occhio, poi richiude lentamente o resta a ricopiare qualche ipotetico panorama, sempre avendo la faccia atteggiata alla mimica dell’attesa, dell’agguato, del terrore.

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